Pochi giorni fa ricorreva l’anniversario della morte della principessa lady Diana. Il 31 agosto del 1997 moriva in un incidente d’auto a Parigi mentre viaggiava insieme al compagno, l’autista e la guardia del corpo. In tanti, nell’arco di questi 20 anni, si sono chiesti se quello fosse un semplice incidente o se ci fosse dietro un complotto. La certezza che ci rimane, a distanza di tempo, è l’orrore di quella morte avvenuta in quella tragica sera.
La storia di Diana Spencer
La principessa Diana nasce da una delle famiglie più antiche e nobili della Gran Bretagna. All’età di 19 anni conosce Carlo, il principe del Galles, che allora usciva con la sorella di Diana. Un paio di anni dopo iniziano gli incontri tra i due. Sono state poche le uscite che hanno portato al fidanzamento dei due giovani. Fin da subito il matrimonio non fu felice, tanto che, già durante il viaggio di nozze, viene fuori la storia che Carlo portava avanti con Camilla. Dalle testimonianze che Diana lasciò, fuoriesce tutta la tristezza che da sempre fu una fedele compagna durante la sua vita. Le cose non andavano bene, Carlo non era il marito premuroso che Diana si aspettava e la vita di corte non era così bella e fantastica come a sognarla dall’esterno. L’unione tra Diana Spencer e Carlo d’Inghilterra dura dal 1981 al 1985, quando Diana non riesce più a reggere questo rapporto ormai consumato e non sopporta più l’adulterio del principe. Il divorzio venne però ufficializzato nel 1996. Perde quindi anche il titolo di “Altezza reale” ma questo non la spaventa. Fu sempre e comunque una madre premurosa e innamorata dei suoi figli. Mantenne la residenza a Kensington Palace e frequentò altri uomini: al momento della morte era a Parigi insieme all’ultimo compagno Dody Al-Fayed. Nessuno si sarebbe mai immaginato quella fine così tragica e improvvisa. L’auto su cui viaggiavano si schiantò contro il tredicesimo pilone del Pont de l’Alma e non ci furono speranze. La reazione del popolo britannico fu forte e inaspettata, e spinse la casa reale ad accettare le pubbliche esequie. Il giorno del funerale, in cui Elton John, grande amico di Diana, cantò Candle in the wind, tre milioni di persone si riversarono per le strade di Londra per omaggiare quella principessa, ma prima di tutto, quella donna, che era entrata nei cuori di tutto il mondo per la sua bontà, il suo calore, la sua compassione e la sua bellezza.
L’impegno sociale e l’insofferenza nella casa reale
Portò avanti durante la sua vita una grande e appassionata attività di volontariato: diede un grande contributo alle persone più sfortunate e si interessò a cause, tradizionalmente ignorate dalla Casa Reale, come l’AIDS e la lebbra. Ricordiamo inoltre, poco prima della morte, uno scatto di lei che cammina tra le mine antiuomo in Angola, che fece il giro del mondo. Per questo fu anche accusata di essere una “mina vagante”, quando il suo interesse era quello di evitare tutti i danni che queste possono provocare anche molti anni dopo una guerra.
Dalle recenti registrazioni che sono venute fuori sappiamo come la vita della principessa fu caratterizzata da grandi dolori e grandi sofferenze. Lady Diana cercava disperatamente attenzioni da parte del marito, attenzioni che non arrivarono mai. Quella non era la vita che aveva sperato per sé. Questo malessere la portò a soffrire di bulimia nervosa, oltre che di depressione. È considerata come una delle donne più fotografate al mondo, e, per quella sorta di amarezza, di inquietudine che si rinvenivano talvolta nei suoi sguardi, verrà ricordata come La principessa triste.